Oltre il libro d'artista: My Cat is an Alien (MCIAA)

Gli artisti e fratelli torinesi Maurizio e Roberto Opalio, noti in ambito internazionale come My Cat Is An Alien (MCIAA), presentano a Torino dal 16 al 30 novembre 2017 presso la Libreria Antiquaria Freddi un’esposizione di “libri d’artista”, pienamente rappresentativi della loro attività. L’esposizione non prevede solo multipli d’arte, con una tiratura limitata a pochi esemplari, numerati e firmati, ma anche dei pezzi unici, che sono stati appositamente concepiti e realizzati per questa occasione. Non si tratta di un’esposizione di libri d’artista propriamente detti, ma della scoperta di nuove forme d’arte, “altre”, “aliene”, rispetto a quelle tradizionali, senza dubbio altamente innovative e suggestive. 

Formatosi a Torino a inizio 1998, MCIAA è un’entità intermediale che ingloba musica sperimentale in forma di composizione istantanea, sciamaniche performance live audiovisuali, film e video di ‘poesia cinematica’, pittura, installazione, fotografia, design, scrittura e poesia, edizioni fonografiche d’arte e libri d’artista. Considerati “outsiders”, l’originalità e la mole del loro universo artistico li proiettano sulla copertina di The Wire. Contano oltre 200 dischi licenziati in tutto il mondo dalle più prestigiose etichette d’avanguardia. Sono ospiti dei maggiori festival musicali e mostre museali internazionali tra cui “Sonic Youth etc.: Sensational Fix”(2008-2012). Vantano uno stuolo di collaborazioni con artisti del calibro di Thurston Moore (tra l’altro fondatore dell’Ecstatic PeaceLibrary, New York) e Christian Marclay (Leone d’oro per “The Clock”). Nel maggio 2017 inaugurano per Xavier Veilhan il Padiglione francese alla 57a Biennale d’Arte di Venezia. Maurizio e Roberto Opalio operano tra Torino e una segreta regione delle Alpi Occidentali.

Oltre il libroꞌ, ꞌoltre lꞌartistaꞌ: l’andare oltre l’artista dei fratelli Maurizio e Roberto Opalio discende dallo specifico e radicale lavoro da loro condotto sulla natura, la funzione, l’identità dell’artista e, in questo senso, si potrebbe dire che il loro primo prodotto d’arte sia l’invenzione del loro nome dꞌartista “My Cat Is An Alien” (e della relativa sigla, MCIAA), unꞌidentità artistica plurale, collettiva e in qualche modo neutra, evidenziata nella presenza della figura sovraordinata del gatto, alieno e siderale, tanto che la definizione di “personale” per questa mostra si è rivelata da subito inadeguata e impropria: si dovrebbe dire piuttosto: ꞌinterpersonaleꞌ o, ancora meglio, considerata lꞌinquietante immagine stilizzata e enigmatica del gatto nel logo, addirittura “impersonale”.

Con il titolo “Oltre il libro d’artista” si intendeva indicare un percorso che, partendo da quanto è costitutivo e originario del libro d’artista, vale a dire la ricerca e la scoperta di sé come artista e la messa a punto del proprio bagaglio strumentale, si sviluppa in un vero e proprio, ancorché enigmatico e irriducibile a formule fisse, “ritratto d’artista”. Nei primi anni ’60, gli anni della nascita del libro d’artista in Italia, la spinta in questa direzione appare evidente: nell’opera di Piero Manzoni, Tavole di accertamento, 1962; di Emilio Isgrò, in un suo distintivo esercizio cancellatorio: Dichiaro di non essere Emilio Isgrò, 1971; di Gianni Bertini, Identikit 3,1990 e persino rintracciabile nei “My Cat Is An Alien”, ne L’immateriale cerchio dell’anima d’artista, 2017 forse ispirato dal “portrait of the artist” joyciano, autore che conoscono benissimo, fino a Finnegans Wake , mostrando come il gioco “im-marginable”-ꞌinimaginableꞌ, sia strumento fondamentale di indagine sullꞌidentità di artista. ꞌOltre il libroꞌ: nel loro partire da e insieme andar oltre il libro dꞌartista è fondamentale e manifesto nei “My Cat Is An Alien” lꞌabbandono della dimensione del ꞌlibroꞌ, (prodotto cartaceo, bidimensionale, con pagine cucite e disposte in sequenza, talora rilegato, tratti che implicano unꞌidea di omogeneità e coerenza interna, di successione lineare, di narratività, di letterarietà). 

La riflessione sullꞌartista e sul libro d’artista identifica e delimita, piuttosto, nellꞌopera dei due fratelli Opalio, un campo di forze attivo e operante, pervaso da una forza di autoproposizione sapientemente costruita e depositata, pronta a sprigionarsi dallꞌopera. Lꞌ “immateriale cerchio dell’anima d’artista” si rarefà, si restringe e si condensa incessantemente, pur restando immateriale, come lavoro che non dà tregua, eppure senza mai arrivare a delinearsi compiutamente. Nella sua qualità squisitamente performativa, di presentazione di azioni in atto, lꞌarte degli Opalio è ben difficilmente rappresentabile come ꞌlibri d’artistaꞌ: anche quando lꞌaspetto formale è tale, i loro non sono propriamente ꞌlibriꞌ ma piuttosto ꞌcontenitoriꞌ (cartelle, scatole, cofanetti) che racchiudono elementi vari ed eterogenei, il cui senso deve essere costantemente negoziato da un riguardante attento, da un osservatore partecipante. Anziché essere opere di rottura, di puro e polemico smantellamento del concetto di ꞌlibro d’artistaꞌ, lꞌ opera di “My Cat Is An Alien”è piuttosto di ricapitolazione e di rilancio, di nuova fondazione.

Un esempio potrebbe venire dalla considerazione (non so se di vera citazione si tratti), di alcuni tratti distintivi del libro dꞌartista degli inizi (parlo degli anni ꞌ60) in Italia, con la carica innovativa di Piero Manzoni, che lavora sul concetto di ꞌtrasparenzaꞌ con un libro di 100 pagine in acetato in cui solo la copertina risulta stampata (Life and Works. The Transparent Book, 1963), a sua volta ispiratrice, negli stessi anni, del libro ꞌcancellatoꞌ di Emilio Isgrò (Libro cancellato,1964; Libro cancellato,1966, Il Cristo cancellatore. Romanzo elementare, 1968), dellꞌopera di Vincenzo Agnetti, asciuttamente tautologica: (Libro, 1978), o del silenzio della Musica muta, 1988, di Arrigo Lora Totino. Lavorando sul concetto di trasparenza (My Transparent Thoughts, 2017) e di immaterialità i fratelli Opalio arrivano ad attribuire, (tuttavia mantenendo il concetto di trasparenza), materialità e consistenza al policarbonato, “tornito a mano uno a uno” con pratiche artigianali, mentre lꞌ immaterialità e la possibilità di cancellazione e annullamento viene negata dallꞌuso di inchiostri indelebili: “titolo scritto a mano con inchiostri indelebili su cofanetto e cassette”, ꞌdimostrandoꞌ possibili e coerenti ꞌimmaterialitàꞌ e consistenza fisica, indefinitezza, incisività e permanenza. Da queste felici coincidenze, se non citazioni vere e proprie, emerge il fondamentale apporto dei “My Cat Is An Alien”nel mettere a fuoco il lavoro, il ꞌfareꞌ dell’arte, così come nella critica dꞌarte. Questa situazione è puntualmente verificata nella nota finale apposta alle didascalie di alcune loro recentissime opere, come in Space, Noise, Music, Cable, 2017, Last Message from the Earth, 2017; My Transparent Thoughts, 2017; L’immateriale cerchio dell’anima d’artista, 2017.

Lꞌopera dꞌarte, il libro dꞌarte, è dai due fratelli presentata e offerta come archivio dei gesti che l’hanno creata: nella musica, la trascrizione è rappresentata dal mero suono o rumore, si potrebbe dire dal respiro o dal ritmo del respiro dell’opera; nellꞌ oggetto-libro tridimensionale e scultoreo, la trascrizione del gesto è rappresentata dallꞌ arte del “fare spazio” come suggeriva Heidegger (L’arte e lo spazio, testo non a caso ‘illustrato’ o ‘dimostrato’ da opere di Giulio Paolini), dallꞌarte del combinare e assemblare forme, costruendo e presentando nel ‘fare spazio’, nel dilatare lo spazio, nuove possibilità per lꞌarte.

Carla Vaglio